27 Luglio 2024

Cinema & Berlinale

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I’m your man, l’amore, la felicità, gli androidi

I'm your man

I'm your man

 

Alma (Maren Eggert) è una ricercatrice del Pergamon Museum di Berlino. Per ottenere fondi per una sua ricerca, accetta di far parte di uno studio molto singolare: per tre settimane dovrà convivere con un androide realizzato appositamente per lei, basato sulla sua educazione, interessi, aspirazioni e desideri. In altre parole, una macchina umanizzata capace di apprendere e adattarsi al carattere del “padrone”. Il fine: renderlo felice sin nei minimi dettagli, pratici e affettivi. Il perfetto compagno di vita.
Tom (Dan Stevens), l’androide, le viene consegnato dopo un periodo di collaudo segnato da qualche imprevisto. La convivenza, tuttavia, sembra non soddisfare Alma. Nonostante la sincronia generata sulla sua immagine, la mancanza di emozioni e di vera umanità della macchina la irriterà notevolmente, mettendo in crisi tutto il programma.

I’m your man (Sono il tuo uomo), della regista e sceneggiatrice tedesca Maria Schrader, segue lo sviluppo della vicenda con ogni scrupolo, senza tuttavia mai prendersi su serio. L’argomento, come si può intuire, non è affatto nuovo. Gli appassionati del genere Sci-Fi ricorderanno senz’altro la figura controversa di Data, ufficiale del comandante Picard in Star Trek, The Next Generation, o il mitico Roy Batty interpretato da Rutger Hauer in Blade Runner.
L’ambientazione contemporanea e la diffusione più “democratica” del Tom della Schrader (ve n’è più d’uno) mettono in scena un possibile epilogo positivo del dilemma risolto in un reciproco apprendimento, per quanto razionalmente lontano e improbabile. Certo, si ride quando Tom – per esaudire i desideri d’amore nascosti di Alma – organizza “ciò che piace”, o dovrebbe piacere, al 94% delle donne.

stelle 2 e mezzaIn conclusione, nell’era dell’Alexa e di un progresso sempre più simbiotico con le macchine, il film sembra percorrere il binario iper attuale dell’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale e di cosa essa necessita per apparire – amore incluso – più “umana”, o perlomeno limitrofa alla sua essenza. Comprensibilmente con il tema, ciò che non ci sembra perfettamente riuscito è un livello di recitazione adeguato, per il quale abbiamo avuto la sensazione che lo spettatore sia rimasto sempre, in fondo, estraneo.

FP

 

la regista, Maria Schrader

Ich bin dein Mensch / I’m your man
Paese: Germania
Durata: 105′
Regia: Maria Schrader
Sceneggiatura: Jan Schomburg, Maria Schrader
Starring: Dan Stevens, Maren Eggert, Sandra Hüller, Hans LöwScreenplay by Jan Schomburg & Maria Schrader
Ispirato al racconto: “Ich bin dein Mensch” di Emma BraslavskyProduced
Produzione: Lisa Blumenberg / Letterbox Filmproduktion – Hamburg, Germany
World sales: Beta Cinema, www.betacinema.com

 


 

 

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